Sulla strada Provinciale Milo – Linguaglossa si estende per circa venti ettari un rigoglioso noccioleto, di proprietà dell’Azienda “Agricola Lanzafame”, che ad oggi, viene coltivato secondo la rigorosa esperienza e professionalità acquisita nel campo dalle tre generazioni che negli anni si sono succedute, le quali hanno cercato di integrare l’applicazione della moderna tecnologia di coltivazione ai sistemi tradizionali, al fine di ottenere, sempre, un prodotto che contenga le caratteristiche e le qualità organolettiche proprie della nocciola dell’Etna, che, la rendono unica e pertanto ricercata nel mercato nazionale ed internazionale. L’azienda infatti è condotta secondo il metodo dell’agricoltura integrata cioè un sistema di coltivazione a basso impatto ambientale che si posiziona  tra l’agricoltura convenzionale e quella biologica.

L'agricoltura integrata o produzione integrata è un sistema di produzione a basso impatto ambientale, in quanto prevede l'uso coordinato e razionale di tutti i fattori della produzione allo scopo di ridurre al minimo il ricorso a mezzi tecnici che hanno un impatto sull'ambiente o sui consumatori.

In particolare, il concetto di agricoltura integrata prevede lo sfruttamento di risorse naturali finché sono in grado di sostituire adeguatamente i mezzi tecnici adottati nell'agricoltura convenzionale e solo il ricorso a questi ultimi quando si reputano necessari per ottimizzare il compromesso fra le esigenze ambientali e sanitarie e le esigenze economiche. In merito alle tecniche disponibili, a parità di condizioni, la scelta ricade prioritariamente su quelle di minore impatto, escludendo quelle di impatto elevato.

Passeggiando per l’azienda, lungo i viali delimitati dagli alberi di nocciolo impiantati a sesto è possibile immergersi in un ambiente incontaminato dove la natura svolge quotidianamente i propri processi evolutivi stagionali ed incontrare ed ammirare le diverse specie di animali abitanti del posto, il coniglio, la poiana, il colombaccio, la civetta, la gazza ladra, la volpe, il picchio, il ghiro e ovviamente i braccianti che giornalmente prestano la loro opera per la lavorazione del terreno e la coltivazione delle piante, sotto la guida del saggio Don Peppino Lanzafame. Egli, in questi luoghi ha trascorso buona parte della sua esistenza,  per tale ragione, attraverso al sua preziosa memoria storica, nei suoi racconti, è possibile rivivere gli eventi che negli anni si sono succeduti: dall’eruzione del 1928, quando, con amara ma umana rassegnazione gli abitanti dei territori distrutti dalla lava iniziarono la dura opera di ricostruzione, reimpiantando e ricostruendo quello che il vulcano aveva loro distrutto, tra questi, l’odierna cittadina di Mascali;  gli anni della seconda guerra mondiale, quelli del dopoguerra e poi ancora i periodi della raccolta delle nocciole quando questa veniva effettuata in modo del tutto manuale, così come naturale era l’asciugatura delle nocciole che avveniva in dei grandi ambienti con pavimentazione in legname , per altro ancora esistenti nel grande caseggiato rurale che si trova all’interno dell’azienda.

L’azienda, inoltre, è produttrice di limoni.